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Quando i giganti si mettono di lato.

Che magia.
Solo il Prof poteva. Solo il Prof poteva mettere così a disposizione la sua arte.
Vecchioni e Alfa interpretano “Sogna ragazzo sogna”. Davvero sono l’inizio e la fine: lui cantautore immenso piccolo e dolce, lui imberbe ragazzo alle prime esperienze. Iniziano, e Alfa, al primo cambio, infila gli occhi nella figura di Roberto come si vede qui: con tutta la gratitudine e l’amore che si può per un maestro. Il duetto continua; non è particolarmente efficace: c’è questo cantare cantilenante di Alfa che suona addirittura goffo.

Poi arriva la magia, proprio alla fine, viene annunciata da un sorriso sornione, sui versi:

“[…] Manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu”


E lascia Alfa rappare dei bellissimi nuovi versi, che completano magnificamente la canzone, e quella poesia: un intarsio perfetto incastonato in un quadro già preziossimo.
Roberto si mette di lato, stringe i pugni e chiude gli occhi. E lì che ascolta.
Che sembra dire, in silenzio: “Ascoltatelo anche voi”.
Riconosce Alfa, la giovinezza, e l’arte del suo collega. Mettendo a disposizione la propria.
E’ un messaggio dolce e toccante. Che emoziona.

(Ho ascoltato tantissime volte questa canzone. E tantissime volte – da ragazzo – mi sono chiesto come quella poesia potesse concludersi. Senza mai avere il coraggio di scrivere nessun verso).