Etichettato: solunto

Palermo, Sicilia

Dal tunnel di vetro dell’aeroporto, la striscia di mare di un blu inchiostro, come quello con cui giocavamo da piccoli, è la prima perla. Un blu liquido, intenso, una massa compatta d’acqua; da dove il cielo si staglia sul contrasto d’azzurro. Nemmeno una nuvola. Fuori dal tunnel, verso il primo finestrone, ti appare un paesaggio irreale: ancora quel blu, ancora quell’azzurro del cielo, e poi quelle montagne atrocemente bruciate dal sole, chiazze di verde opaco, rocce impervie, che lambiscono il mare; tutto lì, in quella vista che ti invade gli occhi, ti invade il petto ed in un attimo te ne senti colmo.

I miei piedi sulla Sicilia. Il sole negli occhi. E sulla pelle una sottile brina di sudore. Poi ti guardi intorno. Cammini per le strade di Palermo. sotto il sole, e nella brezza notturna. Nei vicoli della città vecchia, e quella sporca. sotto l’immensità del Teatro Massimo, e quella monumentale della cattedrale. Accanto all’odore di piscio, ai cassonetti incendiati o stracolmi di immondizia. Nella via dei pub.

Strade che sono giardini, illuminate magistralmente, edifici del ‘700 restaurati nella loro magnificenza; che condividono pareti con costruzioni che di pareti hanno solo quella, distrutte dal tempo, incendiate dal sole, sgretolate dal vento rosso e caldo. E poi ancora quel mare… quelle spiaggette deliziose, affollate all’inverosimile, quell’acqua trasparente, in cui giocare con i sassolini del fondo, o la sabbia grossa che si insinua fra le dita. Maledetta. E un metro piu’ in là, casermoni abbandonati, sudici di sale, di laterizi scrostati, di sterpaglie che ne distruggono le mura.

Questa è Palermo, e forse tutta la Sicilia: una bellezza abbagliante, come il sole, e quel cielo senza una nuvola. Gli ori che ti lasciano senza fiato, tremante, instabile della Cappella Palatina, che ti sembra che il mondo sia troppo bello e troppo grande perché tu possa contenere tanta bellezza; il panorama sterminato, quell’oceano di colori mischiati agli azzurri, e ai blu, che urlano dalla collina di solunto. simili all’esplosione di colori dei fiori dell’orto botanico. e più in là, o tutt’uno, le spiagge abbandonate, i vicoli puzzolenti, l’immondizia a cataste. Continua a leggere